di Andrea Sicco, direttore responsabile (leggi dello stesso autore “ImprontaZero, perché un periodico sulla sostenibilità?“)
Abbiamo incontrato Riccardo Belli, fondatore di i.e.s. – Italian Enablers of Sustainability, piattaforma che mette a sistema competenze verticali di realtà di eccellenza in vari ambiti della consulenza per la sostenibilità, per sviluppare progetti e offrire servizi integrati. Tra questi c’è CittàGiardinoInsieme, iniziativa volta a rigenerare le nostre città a partire dalle piazze per valorizzarne innanzitutto il verde. Ma non solo: questi percorsi offrono opportunità di inclusione sociale alle persone fragili, facendo rete tra imprese, pubbliche amministrazioni, cittadini e imprese sociali.
Durante la seconda metà di giugno, Rapallo è al centro dell’attenzione mediatica in occasione della 52a edizione del convegno nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria. Ministri, esperti, imprenditori si ritrovano nel piccolo centro della Liguria di levante per confrontarsi su futuro e nuove frontiere del lavoro e della società italiana. Proprio a Rapallo viene presentato un nuovo progetto di CittàGiardinoInsieme, frutto della collaborazione tra Comune di Rapallo e Trireg, ente organizzatore del convegno. La zona del Tigullio rappresenta dal 1970, anno della prima edizione del convegno, un luogo importante per i Giovani Imprenditori che quest’anno hanno voluto mettere a terra un progetto concreto di sostenibilità, promuovendo cura dell’ambiente e inclusione sociale certificate ESG. L’iniziativa mira a promuovere la sostenibilità in tutti i suoi aspetti, coinvolgendo la comunità locale in un progetto di tre anni gestito da i.e.s.
Uno dei principali obiettivi è la manutenzione e la cura dell’area verde di piazza delle Nazioni, superfice di 430 metri quadrati che diventerà un punto di riferimento per la cittadinanza, un’oasi verde accessibile a tutti gli abitanti di Rapallo e non solo; manutenzione e pulizia dello spazio pubblico, corretta gestione della risorsa idrica, preservazione della biodiversità locale e riduzione dell’impatto ambientale. Non manca l’aspetto sociale: CittàGiardinoInsieme contribuisce all’inserimento lavorativo di persone “fragili” assunte dalla cooperativa sociale “il Rastrello”. Tale collaborazione mira a dare lavoro e sostegno a individui che, nonostante le difficoltà, possono contribuire e sentirsi parte della comunità.
Il progetto, del valore di centomila euro annui, è finanziato da sponsor e dal Trireg; le attività connesse consentono di stimolare l’economia del territorio, promuovendo la collaborazione tra soggetti pubblici e privati. Per quanto riguarda il Trireg, la volontà è stata quella di riconoscere al progetto quota parte del valore che ogni singolo sponsor ha dato per organizzare il convegno, proporzionalmente a quanto il Trireg stesso ha investito nel progetto di riqualificazione; lo stesso valore, poi, verrà restituito a tutti gli sponsor come cedola della certificazione ESG ottenuta. Un circolo virtuoso, che valorizza le pratiche sostenibili di tutti. Comune di Rapallo, Trireg, imprese coinvolte potranno monitorare l’impatto positivo generato e utilizzare la certificazione ESG per evidenziare il proprio impegno verso la sostenibilità.
Come viene accolta l’iniziativa dalle amministrazioni locali e qual è il riscontro dato dai cittadini?
Il format è nato due anni fa ed è cresciuto a Milano in diverse piazze; si basa sulla volontà di riqualificare le piazze italiane attraverso il lavoro di persone che sono fuori dal mondo del lavoro e che definiamo “fragili”. Intercettiamo i cittadini nella propria quotidianità restituendo loro un luogo più pulito, più sicuro. I sindaci – ed è avvenuto anche a Rapallo – colgono subito questa opportunità, perché proponiamo un percorso di riqualificazione trasparente. Abbiamo fatto grandi investimenti e messo a punto un sistema di blockchain che traccia tutti i passaggi formali, dall’accordo di concessione con il comune a quello con la cooperativa sociale, con i fornitori e tutte le partecipazioni delle imprese coinvolte. In questo modo la filiera è trasparente, aspetto che garantisce la correttezza del rapporto pubblico-privato.
I nostri progetti mettono la persona al centro e come conseguenza l’elemento culturale. Non ci limitiamo a riqualificare e mantenere, ma mettiamo al lavoro persone del luogo attraverso cooperative locali, in modo che capiscano l’importanza e sentano la responsabilità di ciò che vanno a fare. I cittadini che vivono la città e vedono la piazza così pulita e sistemata nel quotidiano tendono a non sporcarla più, anche per rispetto nei confronti del lavoratore che vedono all’opera ogni giorno. Sottolineo l’aspetto culturale: le piazze raccontano storie e se diventano più pulite, sicure e vivibili possono essere vissute anche come presidio quotidiano da tutti i cittadini, che ritornano a raccontarsi a vicenda le proprie storie facendo rivivere la piazza come “agorà”, punto di incontro. Questo è l’obiettivo che ci poniamo
ogni volta che avviamo un progetto in una nuova città.
Com’è strutturato il rapporto con le imprese coinvolte?
Sono un imprenditore e il progetto non è un’iniziativa pro bono, ma un investimento, qualcosa che conviene. Le PMI, nostro target di riferimento, iniziano a mettere a budget investimenti certificati perché dal 2024 le quotate dovranno redigere il bilancio di sostenibilità. Saranno così costrette ad assumersi precisi impegni, per restare nella filiera di mercato e continuare ad essere finanziate dal mondo bancario.
Il tessuto italiano delle PMI è molto attento e attivo ma ancora conosce poco le soluzioni ESG per poter esibire progetti autentici e trasparenti. CittàGiardinoInsieme si pone come una delle soluzioni possibili, certificate e autentiche, utilizzabili per poter raccontare una storia vera, credibile e per poter inserire, ad esempio, la certificazione nelle note integrative del proprio bilancio. Consideriamo poi le declinazioni a favore della comunicazione esterna e interna, nei confronti di dipendenti sempre più sensibili agli aspetti di sostenibilità dell’azienda in cui lavorano.
Le PMI sono molto legate al loro territorio, per cui l’aspetto comunicativo è ancora più importante.
Il report restituito è uguale per tutte, indipendentemente dall’investimento compiuto. Le aziende ci chiedono di andare da loro e spiegarlo a dipendenti e collaboratori; un bel modo per iniziare il percorso, prendere consapevolezza anche al proprio interno di cosa significhino realmente gli SDGs, gli obiettivi di
sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, su quali l’azienda impatta maggiormente, su quali si può lavorare e così via. Si tratta di tornare al principio, un modo per fare la conoscenza di tematiche sostenibili con un progetto concreto.
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