di Redazione ImprontaZero
Il valore simbolico di un percorso verso sostenibilità e impronta zero
Abbiamo incontrato Gianmario Longoni, direttore artistico di TAM – Teatro degli Arcimboldi Milano, eccellenza culturale italiana che ha intrapreso un serio percorso verso la sostenibilità.
Quando nel marzo del 2020 ShowBees ha rilevato il Teatro degli Arcimboldi, il più grande teatro italiano, la finalità non era quella di acquisire un luogo per fare spettacoli, bensì ospitare un ecosistema culturale e sociale. Sebbene il mondo della cultura goda di grande visibilità presso l’opinione pubblica, infatti, i luoghi culturali stanno oggi paradossalmente scomparendo, squilibrati dal punto di vista economico e incapaci di adattarsi al tempo che passa e alle nuove richieste del pubblico.
Il progetto TAM vuole fronteggiare questa crisi e vede nella risorsa pubblica che è il teatro la possibilità di realizzare un’opera “sociale”. Il fine che ci siamo posti sin dall’inizio è quello di diffondere nel grande pubblico una certa sensibilità, concentrandoci sull’impatto che il teatro ha sul territorio. Da una parte ciò è stato declinato tramite le nostre proposte culturali, attraverso cui si è cercato di richiamare le origini del teatro, quelle più nobili, con il ritorno all’Arcimboldi del balletto scaligero, insieme ad iniziative più popolari e divulgative. Dall’altro lato la sensibilità che vogliamo diffondere non può e non deve riferirsi solamente ai contenuti artistici, ma va affrontata in un’ottica più allargata. Un teatro grande come l’Arcimboldi per sua natura non può che essere un diffusore, ed è quindi nostra responsabilità sensibilizzare l’opinione pubblica a più livelli, anche sui temi della sostenibilità.
Il lungo percorso di Arcimboldi verso l’impronta zero diventa in quest’ottica ancora più importante, perché in tale processo non basta calcolare l’impronta ambientale della struttura, ma bisogna considerare il tema fondamentale dell’esempio dato alla società. Il mondo teatrale e quello della cultura godono di grande visibilità agli occhi dell’opinione pubblica; ne consegue una responsabilità importante, che va declinata anche rispetto agli utilizzi pratici della struttura teatrale. Arcimboldi, quindi, si propone una svolta a impronta zero non solo per l’impatto sull’ambiente ma anche per diventare un esempio virtuoso. La volontà di dare il buon esempio, la responsabilità che sentiamo di avere nei confronti della società e la grande visibilità di cui godiamo sono il primo vero motore che pone il Teatro degli Arcimboldi sulla strada della sostenibilità.
Il secondo motivo che ci ha spinto a intraprendere questo percorso è stata la necessità di affrontare la crisi energetica, vista non come ostacolo ma come opportunità di rinnovamento. Abbiamo assecondato la natura stessa del teatro, che è cambiamento, adattamento, e da questa natura intendiamo trarre esempio. Nella pratica il percorso è cominciato con un progetto realizzato in partnership con una società del gruppo Enel X.
Il primo problema affrontato è stato relativo alle dimensioni dell’edificio. La struttura, costruita ad inizio anni Duemila, presentava una serie di difetti energetici gravi, tra cui la mancanza di compartimentazione. Per circa vent’anni il teatro, che in passato veniva aperto circa centosessanta sere l’anno a fronte delle trecento di oggi, è stato interamente riscaldato o raffrescato ogni singolo giorno dell’anno. Il progetto avviato, invece, prevede innanzitutto la sostituzione delle U.T.A. per renderle più efficienti e la realizzazione di una compartimentazione sia tecnica per gli impianti, sia fisica all’interno della struttura.
Non finisce qui. Prevediamo anche la realizzazione, sull’enorme palcoscenico, di una seconda sala da cinquecento posti, che diverrà un teatro-laboratorio alimentato dalle stesse infrastrutture tecniche della sala principale. In questo modo l’impatto della dispersione termica del palcoscenico verrà ridotto e si avrà una ricaduta positiva anche rispetto al pubblico, che da duemilatrecento persone potenziali potrà contarne cinquecento in più. Tutto ciò comporterà un efficientamento energetico, a parità di consumo, del venti per cento. Una sala più piccola che opera con gli stessi impianti, ma sezionati, della sala principale, che permette di consumare meno e può lavorare più volte durante la giornata è un esempio brillante di efficientamento. Inoltre, sarà possibile sfruttare la sala il pomeriggio come laboratorio o dopo gli spettacoli come set notturno, per cui complessivamente la percentuale dei potenziali fruitori sarà anche superiore a quella inizialmente stimata.
L’erogatore del bando europeo del PNRR relativo all’efficientamento delle strutture culturali ha colto subito la potenzialità del progetto, per cui ha fornito un finanziato di seicentocinquanta mila euro. La parte restante dei costi, ammontante a un milione e trecentomila euro, è stata coperta dalla stessa Enel X.
Infine, abbiamo da poco messo a punto un nuovo importante progetto in collaborazione con BPSEC. Il Teatro degli Arcimboldi entro la prima metà del 2023 predisporrà il proprio bilancio di sostenibilità per la rendicontazione degli aspetti di gestione non finanziaria, in conformità agli obiettivi dell’Agenda 2030.
In questo contesto Daniele Barbone, CEO e founder di BPSEC e nostro sustainability manager, ci coadiuverà nella stesura del bilancio, strumento imprescindibile per rendicontare i risultati raggiunti in ambito non solo ambientale, ma anche economico e sociale.
Quello fin qui descritto è solo l’inizio di un percorso che deve necessariamente proseguire anche dopo l’uscita di scena di ShowBees. La nostra concessione del Teatro Arcimboldi avrà termine ad aprile 2027; quella che abbiamo portato avanti è per noi un’operazione doverosa ma non altrettanto remunerativa, se non in termini simbolici e sociali. Chi godrà veramente di questo percorso verso la sostenibilità sarà la città di Milano, proprietaria dell’immobile, che mi auguro possa continuare a vedere la struttura sempre più vicina all’impronta zero.
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