di Andrea Sicco, direttore ImprontaZero
Intervista al presidente e AD di RINA, multinazionale dal cuore italiano
Incontro l’ingegner Ugo Salerno a Rapallo, a margine della seconda giornata di lavori al convegno nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria. Il presidente e amministratore delegato di RINA ha impostato il suo intervento sulla decarbonizzazione e proprio da qui, dal tema della transizione, voglio partire per la nostra chiacchierata.
Oggi stiamo vivendo l’avvio del percorso di transizione ecologica, un momento storico. Come si concretizza il ruolo di una grande società di ispezione, certificazione, consulenza ingegneristica e auditing?
Nel processo di transizione energetica RINA sta mettendo a disposizione di tutti gli stakeholder, pubblici e privati, la sua expertise. Giochiamo un ruolo di abilitatori, grazie proprio alle eccellenti e trasversali competenze che abbiamo maturato in diversi settori e alla capillare capacità di essere partner delle imprese in ogni passaggio della catena del valore. Credo che la strada della transizione ecologica non sia tracciata da una sola tecnologia ma che questo momento storico – così sfidante e importante allo stesso momento – dia a tutti la possibilità di lavorare per il futuro con l’idrogeno, l’idroelettrico, il fotovoltaico, l’eolico, la CCUS, fino ad arrivare al nucleare. Sarà poi il mercato a scegliere la strada migliore.
Le fonti rinnovabili saranno importanti per lo sviluppo futuro ma non possiamo affidarci totalmente a queste per intraprendere la transizione ecologica. Credo, ad esempio, che sia opportuno che il nucleare faccia parte di questo processo in diversi ambiti per contribuire alla decarbonizzazione, particolarmente in un settore come lo shipping che si è dato importanti obiettivi di riduzione delle emissioni per i prossimi anni.
Siete nati nel 1861. Sente la responsabilità di condurre una realtà che è parte della storia del Paese?
RINA, nata nel 2000 dal Registro italiano navale costituito contemporaneamente al Regno d’Italia, si è trasformata parallelamente al percorso evolutivo del Paese, arrivando a diventare una realtà da oltre 533 milioni di euro di fatturato, presente in 70 paesi del mondo e popolata da più di 4.600 persone. Rispetto al 1861 – allora Registro italiano navale – RINA è oggi un gruppo diversificato che abbraccia i mondi della certificazione navale, aziendale e ambientale e che si occupa di consulenza ingegneristica, digitalizzazione, difesa, cybersecurity, energie rinnovabili, decarbonizzazione, idrogeno e molto altro.
Quando nel 2002 mi è stata affidata la guida della società, assieme a un’eccellente squadra, abbiamo messo in atto un piano strategico di ridefinizione e rilancio aziendale con l’obiettivo di diversificare il business e guidare l’azienda verso i mercati internazionali superando la concezione di essere solo un registro navale.
Fin da allora la rotta che volevo intraprendere era ben chiara e ho sempre vissuto la responsabilità di essere alla guida di RINA con grande rispetto e attenzione nei confronti delle sue persone che, da sempre, sono il valore aggiunto di questa azienda; è un senso di responsabilità che è destinato a crescere sempre più, considerati gli importanti obiettivi che abbiamo, ma questo non può che renderci ogni giorno più orgogliosi.
Si parla molto dell’idrogeno come vettore energetico e dei sistemi di stoccaggio energia. Qual è la visione di RINA del tema, fronte sul quale si sta impegnando molto?
L’idrogeno rappresenta il principale vettore a zero emissioni per decarbonizzare molte filiere industriali. Questo vettore sarà tra i protagonisti della transizione energetica perché può essere utilizzato in una serie di applicazioni: trasporto pesante su gomma, treni, settori hard to abate.
RINA figura tra le aziende più attive quando si parla di idrogeno. Nel 2021, infatti, in collaborazione con Snam e Gruppo GIVA, abbiamo prodotto il primo forgiato al mondo con un mix di gas naturale e idrogeno al 30% per alimentare i forni dell’impianto di forgiatura a Vienna nella lavorazione dell’acciaio. Sempre lo scorso anno abbiamo dato vita a EVERYWH2ERE, un progetto che mira a sviluppare l’utilizzo dell’idrogeno nei gruppi elettrogeni portatili dotati di celle a combustibile per la fornitura di energia a eventi, cantieri, set cinematografici; nella nostra stazione sperimentale di combustione a Dalmine, poi, abbiamo effettuato un test di funzionamento di un bruciatore industriale alimentato a idrogeno puro, quindi 100% carbon free. Siamo inoltre al lavoro in Val Camonica per la prima linea ferroviaria a idrogeno in Italia e stiamo supportando Snam nella verifica dell’hydrogen readiness della sua rete di distribuzione del gas.
In tutto questo stiamo anche considerando le pratiche di carbon capture. Le tecnologie di carbon capture e storage (CCS), infatti, sono un’opzione da valutare soprattutto tenendo conto che si applicano alle tecnologie di produzione attualmente in uso; in tal senso stiamo supportando i nostri interlocutori nel valutare le proiezioni del costo dell’energia e delle quote CO2 nell’ottica di verificarne la sostenibilità.
Il PNRR è un’occasione per le aziende e il Paese. Chi ci legge dirige anche PMI. Quale suggerimento si sente di dare a questi imprenditori rispetto allo specifico strumento?
Il PNRR è uno strumento chiave per favorire la transizione ecologica e digitale. I fondi del piano rappresentano per le grandi aziende e per le PMI l’opportunità di ottimizzare processi, innovare sistemi e accelerare l’introduzione di elementi di sostenibilità. In questo scenario, però, è necessario che grandi e piccole realtà facciano sistema: solo lavorando assieme, infatti, è possibile realizzare concretamente progetti. E RINA, in questo senso, può fare da fil rouge. Risulta altresì importante che aziende medio-piccole svolgano un ruolo attivo e decisivo nel processo di transizione energetica, quindi che accedano a tutti i fondi – anche se non è sempre semplice – e acquisiscano le conoscenze necessarie a intraprendere questo profondo cambiamento. Gli 1,2 miliardi di euro allocati per la transizione digitale e green possono rappresentare un’occasione unica per queste aziende per investire in tecnologie che consentano loro di effettuare un vero e proprio salto di qualità”.
Infine, come coniugate la sostenibilità nella vostra gestione interna di uomini e mezzi?
La direttiva europea sul Corporate Sustainability Reporting renderà presto obbligatorio ciò che noi facciamo volontariamente, ovvero pubblicare e verificare in modo indipendente le informazioni in materia ESG. Si tratta di un passo molto importante per noi, che rende ancora più evidente la nostra responsabilità nell’affrontare le sfide di oggi e creare valori sostenibili per le generazioni future. Per quanto concerne il fattore ‘environmental’, grazie allo smart working introdotto abbiamo risparmiato a livello globale oltre 27.000.000 di chilometri di spostamenti (per intenderci, la distanza necessaria per percorrere 670 volte la circonferenza della terra). In Italia, poi, nel 2021 abbiamo risparmiato 1.600 tonnellate di anidride carbonica grazie alle rinnovabili. Particolare attenzione è stata posta anche al benessere delle nostre persone – da sempre una priorità per RINA – e al rafforzamento delle competenze sociali all’interno dell’azienda. Infatti, per valorizzare sempre più il capitale umano – decisamente giovane, dal momento che il 52% delle persone che lavorano in RINA sono nate tra il 1980 e il 2000 – abbiamo introdotto un nuovo programma basato sul modello di leadership, sulla gestione dei talenti e sulla valutazione delle competenze, dando la possibilità ai dipendenti di affrontare un intenso programma di formazione. Per quanto riguarda l’ultimo indicatore volto a misurare l’impegno nella sostenibilità, la ‘governance’, abbiamo rivisto il codice etico, fornendo una guida ai valori e ai principi fondamentali che governano l’attività aziendale. Inoltre, abbiamo reso sempre più efficaci i meccanismi di vigilanza sulle potenziali deviazioni dalle regole e rafforzato il Comitato Controllo e Rischi con l’obiettivo di rendere sempre più sostenibile la nostra azienda in linea con la nostra missione che è quella di unire le persone, il pianeta e le organizzazioni per anticipare le sfide del futuro e migliorare la qualità della vita.
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